Ristori e prestiti agevolati: 5 milioni per le imprese siciliane

Il decreto regionale di attuazione dei commi 1 e 3 dell’articolo 10 della legge regionale 9/2020, per i ristori e prestiti agevolati alle imprese siciliane, ha ottenuto nei giorni scorsi il via libera da parte della commissione Bilancio dell’assemblea regionale siciliana.

L’emendamento ha portato ad un innalzamento della dotazione, gestita dal Fondo Sicilia che fa capo all’Irfis, da 4 a 5 milioni di euro. Tale cifra, sarà destinata a finanziare ristori e prestiti agevolati per Pmi e partite Iva siciliane che hanno avviato la propria attività nel 2019, ma causa pandemia di Covid19, hanno visto interrotta la stessa nel 2020. Stando all’emendamento, nel caso di disponibilità di risorse l’agevolazione potrebbe essere destinata anche per le attività avviate al 31 dicembre 2018­.

Stando alle dichiarazioni emerse dagli esponenti della regione siciliana, il bando dovrebbe essere pubblicato entro la fine della prossima settimana.

Ma quali saranno, nello specifico, i destinatari di tali agevolazioni?

Sicuramente potranno godere di tali finanziamenti le Pmi aventi sede leale (o operativa) sul territorio siciliano, i quali hanno avuto nel 2019 un fatturato inferiore a 250mila euro. Anche i liberi professionisti, regolarmente iscritti agli ordini professionali e titolari di P. Iva e aventi domicilio fiscale in Sicilia, potranno godere di tali fondi, a condizione che nel 2019 il loro fatturato sia inferiore a 40 mila euro. In generale, i destinatari dovranno necessariamente rientrare nell’ambito di applicazione dell’art. 13, co.1, lett. M) del D.L. 8 aprile 2020, n. 23.

L’ intervento previsto, per il sostegno alla liquidità, oscillerà da un minimo di 10mila a un massimo di 25mila euro per ciascun destinatario. Tale aiuto sarà costituito da un finanziamento agevolato, oppure da un finanziamento agevolato e un contributo a fondo perduto.
Secondo l’emendamento per ciascun intervento la quota del finanziamento agevolato non può essere inferiore a 10 mila euro, mentre per il contributo a fondo perduto concesso potrà essere di 5mila euro o fino alla concorrenza massima dell’importo massimo concedibile al fine di sostenere le spese di sanificazione e adeguamento dei luoghi di lavoro e di produzione.