Con l’entrata in vigore del Dl 124/19, o meglio con la recente presentazione della dichiarazione durante l’anno 2020, alcuni reati tributari sono stati introdotti all’interno della categoria dei reati presupposti previsti nel D.lgs. 231/01, i quali comportano – di conseguenza – una responsabilità amministrativa nei confronti della società, per reati posti in essere da soggetti apicali o dipendenti.
Si tratta, in maniera più precisa: del delitto di dichiarazione fraudolenta attraverso l’uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti; dichiarazione fraudolenta attraverso artifici; emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti; occultamento o distruzione di documenti contabili e della sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.
Ai reati precedentemente individuati, sono stati aggiunti (con il D.lgs 75/20) anche altri reati, quali: la dichiarazione infedele; l’omessa presentazione della dichiarazione nonché indebita compensazione in presenza dell’elemento della transnazionalità.
La società al fine di evitare di incappare in responsabilità, ai fini del D.lgs. 231/01, deve necessariamente adottare ed efficacemente attuare una valido MOG 231 (Modello di Organizzazione e Gestione), idoneo a prevenire i reati posti in essere, dimostrando che il reato è stato effettuato violando in maniera fraudolenta il modello in questione. Inoltre, la società oltre dovrà necessariamente dotarsi un Organismo di Vigilanza, in grado di svolgere le funzioni di controllo ad essa richiesta.
Qualora la società non sia in grado di dimostrare la sua estraneità alla condotta illecita posta in essere da uno dei suoi amministratori, rischia delle pesanti sanzioni, le quali oscillano tra le 300 e 500 quote. Bisogna tenere in considerazione che ogni quota varia tra i 258 e 1459 euro.
La Guardia di Finanza ha spiegato che in presenza di investigazioni sul reato presupposto (in questo caso di un reato tributario) sulla responsabilità della società ai sensi del Dlgs 231/01, risulta necessario fare sempre riferimento al PM anche in ordine alle concomitanti vicende organizzative dell’ente, al fine di verificarne i profili di diretta responsabilità.
Gli agenti della GDF, quindi, sono tenuti a segnalare all’autorità giudiziaria anche la posizione della società, mettendo in evidenza tutte le circostanze utili a delineare l’eventuale responsabilità dell’ente, tra cui la mancata adozione del MOG231.