Fondo perduto per il Turismo

Possono accedere al “fondo perduto” i soggetti che hanno subito una diminuizione del fatturato di almeno un terzo rispetto a quello dell’anno 2019. Inoltre i soggetti devono svolgere attività di vendita di beni o servizi al pubblico.

Sull’esperienza già fatta per il “fondo perduto” riconosciuto dal decreto Rilancio alle partite Iva con fatturato fino a 5 milioni di euro, il contributo a fondo perduto segue le stesse regole calcolando la percentuale facendo la  differenza tra fatturato di giugno 2020 e quelli del giugno 2019.

Un altro aspetto importante è che le percentuali a loro volta variano a seconda del volume di ricavi o compensi dell’attività che richiede l’aiuto a fondo perduto. Le percentuali potranno essere il 15% per chi è sotto i 400mila euro, 10% per chi ha ricavi o compensi superiori a 400mila euro ma inferiori a un milione di euro, 5% per chi è oltre il milione di euro. L’importo massimo del contributo è di 150mila euro e quello minimo è previsto a 1.000 euro per le persone fisiche e in 2.000 euro per gli altri soggetti diversi dalle persone fisiche.

Un aspetto da non sottovalutare è che il bonus centro storico non potrà essere sommato dai ristoratori con l’altro bonus previsto sempre dal decreto precedente (contributo per sostenere la filiera del Made in Italy). Attenzione a non eludere il sistema in quanto è già previsto il codice penale in caso di percezione del contributo non spettante.