Il governo ha lavorato, come in passato con il decreto Cura Italia, duramente per il Decreto Sostegno, di cui abbiamo parlato qui.
Quest’ultimo prevedrà 32 miliardi di cui 12 alle imprese e 10 al lavoro.
A differenza del decreto Ristori, gli aiuti non saranno più distribuiti in base al Codice Ateco. Si valuterà, invece, l’effettivo posizionamento delle aziende nelle zone sottoposte a lockdown. Verrà presa in considerazione anche il calcolo che avverrà sulla media delle perdite di fatturato e non più sulla differenza di Aprile 2020 su Aprile 2019.
Gli indennizzi che saranno indirizzati alle aziende, P.Iva e professionisti è di € 2,7 milioni. Dunque, il ristoro sarà riconosciuto a chi dimostrerà di aver perso almeno il 33% del fatturato e che abbia ricavi pari a 5 milioni di euro. Per quanto riguarda il turismo invernale sono stati stanziati 600 milioni, ripartiti tra impianti di risalita, maestri di sci, attività alberghiere e rifugio. Inoltre, il governo – per tutelare le famiglie – ha prorogato la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti come fino a giugno.
Dal punto di vista fiscale il governo con il nuovo decreto sostegno ha pensato di agevolare anche le aziende. Infatti, sono già stati annunciati due rinvii. Nello specifico sono oltre 50 milioni le cartelle che slitteranno di due mesi a fine aprile. Successivamente, è stata prevista una spalmatura su due anni per la quale sono già previsti 2 miliardi.
Per quanto concerne la rottamazione-ter si tratta di cinque rate sospese dei vecchi debiti iscritti a ruolo (e della prima rata del 2021 come spiega la nota di Via Venti Settembre). Per il cosiddetto “saldo e stralcio” (una sorta di sanatoria parziale destinata a chi è in comprovata difficoltà economica), invece si parlerà di 2 rate.