Credito d’Imposta per Investimenti Pubblicitari Incrementali

Prima di entrare nel merito del credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari è fondamentale comprendere cosa sia e come può essere utilizzato.

Cos’è il credito d’imposta?

E’ un credito di natura tributaria che un’azienda vanta nei confronti dello Stato. Ma come si utilizza? L’utilizzo può avvenire tramite rimborso oppure scomputandolo direttamente nella dichiarazione. In tal caso viene sottratto al debito annuale il relativo credito d’imposta o semplicemente tramite l’istituto della compensazione attraverso la compilazione del F24. 

Come si ottiene con gli investimenti pubblicitari?

Il credito d’imposta può costituirsi a seguito di investimenti pubblicitari. I soggetti beneficiari sono:

  • le imprese e i lavoratori autonomi, indipendentemente dalla natura giuridica assunta, dalle dimensioni aziendali e dal regime contabile adottato;
  • gli enti non commerciali.

Il riconoscimento del credito d’imposta 2021, come introdotto dal Decreto Sostegno, è riconosciuto in base a due regimi diversi.

Il primo per gli investimenti pubblicitari sulle emittenti televisive e radiofoniche locali. Il credito d’imposta, in questo caso, spetta nella misura del 75% del valore incrementale, purché pari o superiore almeno dell’1%, degli analoghi investimenti effettuati sullo stesso mezzo di informazione nell’anno precedente. Quindi, nel 2021, per gli investimenti pubblicitari il credito di imposta non può essere richiesto da imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali:

  • che non soddisfano il requisito dell’incremento minimo dell’1% rispetto agli investimenti effettuati nel 2020 sullo stesso mezzo di informazione;
  • che nell’anno 2020 non hanno effettuato investimenti pubblicitari; – che iniziano la loro attività nel corso dell’anno 2021.

In secondo luogo per gli investimenti pubblicitari sulla stampa quotidiana e periodica, anche on line (stampa). Il credito d’imposta spetta nella misura del 50% dell’intera spesa sostenuta su tale canale pubblicitario. Secondo tale regime, nel 2021, per gli investimenti pubblicitari effettuati sulla stampa, il credito d’imposta può essere richiesto anche da imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali:

  • che effettuano investimenti inferiori rispetto a quelli effettuati nel 2020;
  • che nell’anno 2020 non hanno effettuato investimenti pubblicitari;
  • che iniziano la loro attività nel corso dell’anno 2021.

Le spese ammissibili sono l’acquisto di spazi pubblicitari e inserzioni commerciali, effettuati su giornali quotidiani e periodici, pubblicati in edizione cartacea o in formato digitale. Sono riconosciute le spese sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali.Queste devono essere iscritte presso il Registro degli operatori di comunicazione (ROC).

Quali spese sono escluse?

Sono escluse dal credito d’imposta le spese sostenute per:

  • l’acquisto di spazi nell’ambito della programmazione o dei palinsesti editoriali per pubblicizzare o promuovere televendite di beni e servizi di qualunque tipologia;
  • la trasmissione o l’acquisto di spot radio e televisivi di inserzioni o spazi promozionali relativi a servizi di pronostici, giochi o scommesse con vincite di denaro, di messaggeria vocale o chat-line con servizi a sovraprezzo.

Oggi, al di là del credito d’imposta, più che mai è fondamentale apportare degli investimenti sotto il profilo della comunicazione e del marketing per le aziende per contrastare la crisi generata dal Covid-19. Chi prima del covid si era adoperato e aveva investito sotto questo profilo ha sofferto molto meno rispetto a chi non esisteva proprio nel mondo del digitale.