Succede fiscalmente quando il compenso riscosso da un professionista avviene a seguito della cessazione dell’attività esercitata nel regime dei “minimi”
Ha natura di reddito diverso e va dichiarato nel quadro RL del modello di dichiarazione. E’ quanto precisato nella risposta 299 a una istanza di interpello pubblicata giorni fa dall’agenzia delle Entrate.
Il caso
Un contribuente residente all’estero che, dalla fine del 2017, non risultava più titolare di partita Iva. Nel 2019, gli erano però stati liquidati alcuni crediti relativi ad un patrocinio esercitato a spese dello Stato, per i quali aveva emesso, a suo tempo, regolare fattura. Queste somme sono imputabili a una attività di lavoro autonomo, chiaramente erano state liquidate dopo la cessazione dell’attività stessa.
Il contribuente interpellava l’agenzia delle Entrate per chiedere come tali importi dovessero essere indicati nel modello di dichiarazione. I redditi derivanti dall’attività in regime dei minimi di cui all’articolo 27 del decreto legge 98/2011 sono generalmente indicati nella sezione I del quadro LM della dichiarazione dei redditi.
Alla luce della nota sopra descritta vi due opzioni:
- dichiarare il compenso come reddito diverso al momento dell’incasso dello stesso. Il principio espresso dalla Agenzia vale anche per i contribuenti in contabilità semplificata
- “anticipare” la tassazione facendo concorrere il compenso (non incassato) alla determinazione del reddito dell’ultimo anno di attività;
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