L’indennità in questione, dovrà essere richiesta direttamente dall’interessato all’Inps e dovrà, inoltre, autocertificare i redditi che saranno verificati dell’Agenzia delle Entrate.
La richiesta dovrà essere inoltrata entro, e non oltre, il 31 ottobre di ogni anno, ma una volta sola nel triennio. L’indennità verrà erogata dall’istituto di previdenza fino a esaurimento della copertura finanziaria prevista (la quale ammonta a 70,4 milioni di euro, i quali andranno a decrescere fino a 3,9 milioni nel 2024).
L’Iscro, tuttavia, non può essere adoperato come ammortizzatore sociale a seguito di cessazione dell’attività; infatti, qualora venga chiusa la partita Iva (mentre si percepisce il contributo) vi è la cessazione dell’indennità, nonché l’obbligo di restituzione della stessa.
L’operazione comporta un incremento dell’aliquota contributiva dei liberi professionisti della gestione separata di 0,26 punti percentuali nel 2021 e di 0,51 punti nel 2022 e 2023.
I professionisti interessati dovranno necessariamente partecipare ai corsi di aggiornamento professionale i cui criteri e modalità saranno individuati con decreto ministeriale entro il 2 marzo 2021.
Il Ministero del Lavoro, in conclusione, ha l’obbligo di monitorare l’attuazione di questo strumento al fine di valutarne gli effetti «sulla continuità e la ripresa delle attività dei lavoratori autonomi» e proporre eventuali modifiche.
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